“Pillo è un piccolo fiorellino tutto arruffato e arrabbiato perché non si sente prezioso, contento e al proprio posto”.
Inizia così, con poche righe introduttive, un bel libro per l’infanzia dal titolo Cosa faccio qui? (Babidi Bù, 2025), scritto e disegnato da Marta Monti, giovane insegnante.
Il regalo, arrivato in piene festività natalizie, complici le libagioni e il via vai di gente per casa, è rimasto un’isolata richiesta di attenzione sulla scrivania, quasi domandandosi lui stesso cosa facesse lì, in una casa di figli adulti e nipoti assenti.
Ma miglior regalo non poteva essere, fosse solamente per quel titolo che attraversa tutte le stagioni della vita, soffocabile solamente dal cinico invecchiare delle risposte.
La storia del fiorellino Pillo è una storia semplice di un grande bisogno di senso: “ogni volta che guarda gli altri fiori attorno a lui si vergogna e si nasconde perché si sente diverso da loro”.
L’autrice parte da questa emergenza esistenziale per accompagnare il bambino lungo la strada della scoperta e dell’accettazione di sé attraverso brevi testi e disegni che riempiono di colori gli occhi. Lo sguardo è ingaggiato pagina dopo pagina nell’avventura della scoperta del dono della vita.
Leggendolo e guardandolo si ha la netta sensazione di qualcosa scritto e disegnato che fa parte di un vissuto e di un approdo dell’autrice, comunque non certamente frutto di tecniche o costruzioni estetiche, ma appunti di sensazioni, lacrime, gioie, vittorie e sconfitte di una donna con il cuore semplice di bambina.
Un libro per bambini che deve essere letto loro da un grande che voglia e sappia ancora immedesimarsi con la propria diversità, che desideri ancora, che senta fremere l’urlo del chiedere l’impossibile, che non sia acquietato da conformismo performante.
Solo così quelle parole lette al figlio o al nipote suoneranno con un timbro di verità e pace come è stato per chi le ha scritte.
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