Per SERGIO DE NARDIS, un aumento della spesa pubblica per investimenti in Germania e Olanda pari all’1% potrebbe fare ripartire il Pil dei Paesi periferici tra cui l’Italia
Per LEONARDO BECCHETTI, il piano di investimenti del Commissario Ue potrebbe segnare la svolta ma per ora mancano strumenti efficaci perché dalle buone intenzioni si passi ai fatti
Quando si parla di ripresa ci si scorda di elementi importanti come l'occupazione. E anche a livello monetario certe scelte, spiega GIOVANNI PASSALI, sembrano ideologiche
Tra le centinaia di modifiche in materia di politica economica e fiscale se ne vedono ben poche finalizzate a interventi efficaci nel breve termine, spiega CARLO PELANDA
Nel terzo trimestre il Pil americano è cresciuto del 5%, mettendo a segno la miglior performance trimestrale degli ultimi dieci anni. Il commento di PAOLO ANNONI
Per LUIGI CAMPIGLIO, la legge di stabilità non è adeguata a dare vita alla ripresa rapida di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo favorire prontamente investimenti, a partire da quelli pubblici
Il semestre italiano di presidenza dell'Unione europea si è chiuso sottotono. Ora Renzi torna a concentrarsi sulle partite interne, cruciali per la ripresa, come spiega STEFANO CINGOLANI
Da Usa, Russia e Germania sembrano arrivare buone notizie per i mercati. Ma per una vera ripresa, l'economia dovrà fare i conti con altri fattori. Ce ne parla UGO BERTONE
Per UGO ARRIGO, dietro al rispetto formale del 3% c’è il fatto che il nostro settore pubblico continua a costare in modo spropositato pur essendo sostanzialmente improduttivo
In economia le aspettative hanno un ruolo importante, per questo le poche risorse a disposizione vanno usate bene per favorire la ripresa. L’analisi di JUANFRAN VALERON
La produzione industriale italiana è ancora in calo. Ma ciò che dovrebbe preoccuparci di più, spiega ANTONIO MARIA RINALDI, è un altro confronto ben più pesante
Nei giorni scorsi sono stati diversi i segnali che indicano nel debito pubblico il vero problema da affrontare per sbloccare la ripresa dell’Italia. L’analisi di GIUSEPPE PENNISI
Per FRANCESCO FORTE, il Quantitative easing va attuato nella direzione di un irrobustimento dell’economia mediante maggiori spese d’investimento, evitando un aumento del deficit
Per MARCO FORTIS, energia e gas costeranno meno, ma il costo della benzina cambierà di poco e le imprese che esportano verso la Russia saranno sempre più penalizzate
Il Governo Renzi, spiega CARLO PELANDA, taglierà le tasse in maniera molto modesta, mentre per sostenere la ripresa servirebbe un intervento fiscale più robusto
Per FRANCESCO DAVERI, occorre ridurre la spesa sanitaria che oggi è pari a 109 miliardi, ma che si prevede che nei prossimi quattro o cinque anni crescerà di altri 5-6 miliardi
Istituto Bruno Leoni, Confindustria e Istat hanno diffuso numeri interessanti sull’Italia. Utili, come mostra GIUSEPPE PENNISI, a giudicare le mosse europee per la ripresa
Per LEONARDO BECCHETTI, occorrono una ristrutturazione del debito di tutti i Paesi membri e un sussidio di disoccupazione europeo. L’Europa non può mettere in comune solo la moneta
L’Europa, dopo aver subito la concorrenza dell’Asia sul costo del lavoro, sta accumulando un gap di competitività nei confronti degli Usa sul terreno dell’energia. L’analisi di UGO BERTONE
Ieri il Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha presentato al Parlamento europeo il suo piano da 315 miliardi di euro per la ripresa. Il commento di GIULIO SAPELLI
Per MARCO FORTIS, l’endorsement a Francia e Italia nasce dal fatto che l’Ocse dà ragione a chi sostiene che serve flessibilità per non distruggere produttività, crescita e occupazione
Nell’ultimo periodo la Germania sembra meno rigida nelle posizioni sull’austerità e il ruolo della Banca centrale europea. CARLO PELANDA ci spiega cosa ciò può comportare
Per OSCAR GIANNINO, il rischio è che nel 2015 una banca o un hedge found si trovino in difficoltà e che basti una scintilla sistemica perché le reazioni del mercato si accentrino sull’Italia
In passato la Germania è stata presa come modello per riformare il mercato del lavoro. Meglio sarebbe, però, prendere come riferimento la Spagna. GIUSEPPE SABELLA ci spiega perché
Nella giornata di ieri sono arrivati nuovi dati macroeconomici, sia italiani che stranieri. Il quadro non è certo confortante: occorre agire subito. L’analisi di UGO BERTONE
Il Giappone ha fatto registrare un inaspettato calo del Pil, nonostante le politiche espansive adottate. FRANCO OPPEDISANO prova a spiegarci perché ciò si è verificato
Per MARIO DEAGLIO, con le somme destinate al bonus da 80 euro, si possono assumere 200/250mila giovani per lavorare nel servizio civile pagandoli 800 euro a testa anziché gli attuali 400
I dati sull’economia italiana segnalano che il nostro Paese è tra gli ultimi della classe in Europa. GIUSEPPE PENNISI ci aiuta a capire per colpa di quali scelte del Governo
Il Pil dell’Italia sarà negativo quest’anno e nel 2015 non crescerà di molto: ci avviciniamo a una stagnazione. CARLO PELANDA ci spiega perché e come invertire rotta
Per UGO ARRIGO, tanto l’austerità quanto un incremento della spesa pubblica sono inadeguate a fare ripartire l’economia. La vera chiave è rendere efficiente la pubblica amministrazione
La deflazione è sempre più una realtà in Europa e questo di certo non aiuta i paesi come l’Italia. Discorso diversi per la Germania. L’analisi di GIULIO SAPELLI
Per FRANCESCO FORTE, in passato in Francia i deficit hanno prodotto crescita, mentre in Italia no, e ora il rapporto debito/Pil di Parigi è al 92,2%, quello del nostro Paese del 132,6%
Per LUIGINO BRUNI, la crisi dell’Eurozona non è solo economica e finanziaria, a pesare in modo determinante sono la denatalità e la perdita dello spirito cattolico e protestante
Se in passato tutte le economie nel mondo entravano in crisi e ne uscivamo insieme, oggi la situazione è diversa. E l’Europa resta indietro. L’analisi di UGO BERTONE
Se la Bce potesse comprare eurodebito, cosa che la Germania non vuole, l’Italia potrebbe sfruttare al meglio la svalutazione dell’euro. CARLO PELANDA ci spiega perché
Per MARCO FORTIS, i dati sul Pil di Italia, Francia e Germania nel terzo trimestre 2014 saranno una nuova doccia gelata, ma dal 2015 l’economia riprenderà lentamente a crescere
Per LUIGI CAMPIGLIO, il compito dello Stato dovrebbe essere mettere a disposizione delle aziende più dinamiche i canali più idonei per arrivare sui mercati esteri, secondo il modello tedesco
Banca centrale europea e Commissione Ue hanno in mente di stanziare cifre importanti per la ripresa economica. Ma occorre usarle bene, come ricorda STEFANO CINGOLANI
Per GUSTAVO PIGA, il dato dell’Ocse sul Pil dell’Italia è la prima di una serie di correzioni al ribasso che porteranno a fare sì che il 2015 sia il quarto anno di recessione consecutiva
Il lavoro della nuova Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker non sarà certo facile. Ma potrebbe portare dei benefici. CARLO PELANDA ci spiega perché
Di fronte alle previsioni sull’economia italiana e allo scenario globale, GIULIO SAPELLI ci spiega come il nostro Paese può comunque muoversi per cercare la ripresa
Per MARCO FORTIS, il governo è un po’ più ottimista su i consumi, l’Istat per quanto riguarda gli investimenti, ma sommando le due componenti il risultato è una previsione sul Pil uguale
ALFREDO MARIOTTI ci spiega perché va attuato un intervento europeo che, tramite incentivazione, permetta al sistema industriale l’ammodernamento del parco macchine
Per LUIGI PROSPERETTI, il segreto della ripresa Usa consiste in stimoli simultanei di domanda, offerta e politica monetaria, cui si aggiunge l’aumento nella produzione di gas e petrolio
Il mondo, spiega UGO BERTONE nella sua analisi, sembra essersi stancato di attendere la ripresa europea che, viste le terapie adottate finora, rischia di non arrivare mai
Per MARCO FORTIS, la riforma del mercato del lavoro, la fermezza dimostrata dal governo e la discussione sulla manovra hanno portato al miglioramento delle aspettative delle imprese
CARLO PELANDA ci aiuta a capire meglio i risultati delle valutazioni fatte dalla Bce e dall’Autorità bancaria europea sulla solidità patrimoniale degli istituti di credito italiani
Bce e Fed, spiega CARLO PELANDA, dovrebbero accordarsi urgentemente, e finalmente, per dare più stabilità alla ripresa e meno volatilità al ciclo borsistico globale
Si è parlato molto del Jobs Act, i cui contenuti restano però ancora poco chiari. Per GIUSEPPE PENNISI il Governo ha ora un’altra e migliore occasione per incentivare lavoro e ripresa
Le tante misure economiche che il Governo sta preparando avranno un effetto stimolativo sulla crescita o no? CARLO PELANDA ci spiega dove sbaglia l’esecutivo