IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE MATTARELLA E IL PLAUSO PER L’ITALIA CAMBIATA DA BETTINO CRAXI
Bettino Craxi ha lasciato un segno indelebile nel Paese, e non solo per l’epilogo nefasto tra Tangentopoli e l’auto-esilio ad Hammamet: lo sottolinea il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all’epoca dell’Italia “craxiana” esponente di spicco della Democrazia Cristiana con cui il PSI dell’allora leader di origini sarde arrivò a condividere svariati Governi nei caldissimi anni Ottanta. A 25 anni dalla morte in Tunisia – era appunto il 19 gennaio 2000 – il Quirinale omaggia l’ex Presidente del Consiglio e segretario del Partito Socialista Italiano con una lunga dichiarazione del Presidente Mattarella dove viene appunto ricordato il valore dei cambiamenti e delle riforme attuate durante il Governo da lui presieduto tra il 1983 e il 1987 (sia prima che dopo partecipò ma non come Premier, sempre in un rapporto di alleanza-scontro con la DC).
«Bettino Craxi è stata una personalità rilevante degli ultimi decenni del Novecento italiano»: rilevante non solo per le cariche – da Premier e leader PSI, da Presidente del Consiglio UE fino a rappresentante ONU per il debito nei Paesi in via di sviluppo – ma per la forza con cui ha impresso alcune svolte poi decisive per la crescita economica e politica del Paese. Secondo il Capo dello Stato, Bettino Craxi «ha impresso un segno deciso» negli indirizzi dell’Italia, specie davanti alle profonde mutazioni sociali verso la fine del Novecento. Grande rilievo nella politica interna ma anche importante autorevolezza fornita in materia di politica estera italiana, europea e a livello NATO: «Craxi ha rafforzando identità e valore della posizione italiana», secondo il giudizio del Quirinale oggi, 25 anni dopo la morte nella residenza tunisina, in fuga dalle “monetine” dell’Hotel Raphael e dalle accuse di tangenti e corruzione lanciate dal Pool di “Mani Pulite”.
I 25 ANNI DALLA MORTE DI BETTINO CRAXI AD HAMMAMET: LE REAZIONI DELLA POLITICA
Per il Presidente della Repubblica, le politiche messe in campo dal Craxi riformatore e Presidente del Consiglio, assieme alle riforme vere e proprie, determinarono cambiamenti ingenti per il Paese: per Mattarella, particolarmente significative sono state le riforme sulla finanza pubblica, sulle prospettive dell’esecutivo, sulla competitività dell’Italia. Ma non solo, seppe anche catalizzare diversi sentimenti contrastanti nel Paese, con battaglie politiche, sindacali ed estere spesso “impugnate” dalla sua leadership orte e risoluta, eppure attenta all’esigenze nazionali.
È un bel ricordo quello che il Quirinale tratteggia di Bettino Craxi, in particolare per una riforma portata a termine con il processo di continuità e revisione del Concordato tra Stato e Chiesa Cattolica, che perdurava fin dai Patti Lateranensi durante il Fascismo: seppure in fase di Assemblea Costituente, la delegazione socialista fosse contraria alla presenza di un Concordato tra Chiesa e Stato Italiano, la leadership di Craxi negli Anni Ottanta seppe invece difendere la necessità di un accordo, seppure rivisto e corretto in chiave più moderna. Secondo Mattarella, l’ex Premier sempre raccogliere un ampio consenso proprio quando riuscì a completare «il processo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa cattolica». Non può mancare il riferimento a Tangentopoli e alla crisi delle istituzioni italiane – un «burrascoso passaggio della vita» repubblicana che «minò la sua credibilità» – appena prima del messaggio finale di vicinanza che il Presidente Mattarella esprime per l’intera famiglia Craxi.
In giornata hanno fatto visita ad Hammamet il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il vicepremier, nonché leader di Forza Italia, Antonio Tajani: visita alla tomba e commemorazione assieme alla famiglia, tra cui la figlia Stefania Craxi, oggi parlamentare azzurra. «Siamo concordi ormai tutti che Bettino Craxi non dovesse morire in esilio», ha detto la seconda carica dello Stato dopo la visita in Tunisia, «è stata una grande figura della Storia italiana ed europea». Per il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, la morte di Craxi è stata “pagata” anche col coraggio della sua politica repubblicana: criticato e attaccato durante e prima di Tangentopoli, scrive su X il Ministro, perché sostanzialmente seppe rifiutarsi di accettare un ruolo secondario, o peggio comprimario, «nel quale molti volevano rimanesse l’Italia».
25 anni fa Bettino Craxi lasciava questa terra.
La lasciava lontano dalla sua Italia, che aveva servito con intelligenza, capacità e coraggio.
Pagò anche per questo coraggio.
Fu attaccato anche perché si rifiutava di accettare il ruolo comprimario nel quale molti volevano…— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) January 19, 2025