LE CEI IN CAMPO PER L’IRC 2025-2026: IL VALORE DELL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE A SCUOLA
Nei giorni in cui migliaia di famiglie italiane si apprestano alle iscrizioni a scuola per i primi anni dei vari ordini di classi e scuole, la Conferenza Episcopale Italiana pubblica il nuovo messaggio dedicato all’insegnamento della religione cattolica (Irc) per invitare tutti alla scelta – ormai divenuta facoltativa – della partecipazione all’ora di approfondimento della fede cristiana, come previsto dalla Costituzione italiana. Secondo la Presidenza della CEI, guidata dal cardinale Matteo Maria Zuppi, l’occasione delle iscrizioni scolastiche permette di rimettere al centro la proposta originale del cristianesimo e dell’insegnamento all’interno delle classi di tutto il Paese.
È una possibilità e non un obbligo, primo punto, che possa mettere in dialogo elementi culturali ed etici all’interno del percorso formativo del singolo alunno: la Chiesa italiana invita tutti alla scelta dell’insegnamento della religione cattolica anche per la messa in confronto con le varie domande di senso che riempiono la crescita della persona nella scuola e nel mondo, anche per chi non è originario fedele cattolico. Il messaggio della CEI arriva nei giorni in cui il Giubileo 2025, dedicato alla speranza, prende forma dopo l’inaugurazione di Papa Francesco: è proprio sul tema della speranza e del pellegrinaggio che si formula la proposta dell’insegnamento dell’ora facoltativa di religione. Il messaggio cristiano che passa nell’Anno Santo ribadisce la “globalità” del pubblico a cui si rivolge: non parla “solo” di esperienza religiosa, ma allarga l’orizzonte alle tematiche sociali e culturali, confermando di voler parlare in maniera univoca all’umanità contemporanea, nei modi “aggiornati” ma non meno efficaci di quanto già compiuto negli ultimi decenni.
LA RELIGIONE, IL GIUBILEO E LA SPERANZA: IL MESSAGGIO DEI VESCOVI PER LE ISCRIZIONI A SCUOLA
Il messaggio della CEI per l’insegnamento della religione cattolica a scuola prende spunto dalla proposta del Giubileo della speranza, ricalcando tanto i contenuti quanto l’afflato finale: il tema della speranza resta al centro nel mondo dell’educazione e della stessa scuola, i luoghi dove l’orientamento e la coscienza personale prende forma verso il futuro sviluppo della società. Come si chiede la Presidenza della Chiesa Italiana davanti alle milioni di famiglie alle prese con l’iscrizione scolastica, serve capire quale reale speranza dia senso all’esistenza umana: come si chiede non da oggi la fede cattolica, dopo la testimonianza di Cristo nella storia, serve recuperare (e riconoscere) le ragioni della vita e della potenziale speranza.
A differenza di quanto emerge da alcuni studi negli scorsi mesi controversi sulla presunta “fuga” dall’ora di religione a scuola – con gli stessi docenti che hanno smentito l’andazzo di forte crisi dell’Icr – il messaggio della CEI prende spunto dalla “tenuta” della scelta di molte famiglie ancora: i docenti di religione sono come «testimoni di speranza», si legge ancora nel messaggio 2025-2026, in quanto rimangono professionisti competenti con però un’attenzione in più rispetto al consueto “incarico” scolastico. Sono “testimoni”in quanto chiamati a permettere nei singoli alunni l’uscita spontanea e libera delle domande più profonde. Come ha spiegato Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario “Spes non confundit”, serve quanto prima recuperare «l’alleanza sociale per la speranza», che sia il più possibile inclusiva ma non ideologica e che possa lavorare attivamente per un futuro lieto dei più giovani. Con questa tensione viene rilanciata la proposta dell’insegnamento della religione cattolica anche per il prossimo anno, ringraziando i docenti che tramite la propria passione educativa accompagnano i ragazzi in fase di crescita, facendo scoprire loro «la bellezza e il senso della vita», senza mai cedere al rischio e alla tentazione dell’individualismo o della banalità. Qui il link per leggere il messaggio integrale della Conferenza Episcopale Italiana.